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Tempesta vaia: la prevenzione che funziona

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L’efficacia delle opere di difesa idraulica valutata attraverso l’analisi puntuale dei dati dell’evento meteorologico

Ottobre 2018. Tempesta Vaia. Sono passati ormai quattro anni da quelle giornate che hanno lasciato un segno indelebile nelle foreste dell’Agordino e del Cadore, nel Bellunese, del Cansiglio, a cavallo con la provincia di Treviso, del Primiero, nel Trentino e dell’Altopiano di Asiago, nella parte settentrionale della provincia di Vicenza. Venti fortissimi – intensità “Uragano”, grado 12 della scala di Beaufort – hanno spazzato e raso al suolo ettari ed ettari di bosco, lasciando spazio ad uno scenario raccapricciante alle prime luci dell’alba del 30 ottobre 2018. Non prima, visti i danni alle reti elettriche che hanno lasciato al buio vaste zone del Veneto settentrionale e del Trentino Alto Adige.

Superficie forestale distrutta dalla tempesta Vaia per Comune. Chirici et al. (2019). Stima dei danni della tempesta “Vaia” alle foreste in Italia. Forest, 16(1):3-9. DOI: 10.3832/efor3070-016

Se ci è concesso, vorremmo citare come preludio anche l’incendio che per tre giorni ha dato non pochi pensieri agli abitanti di Taibon Agordino, della Valle di San Lucano e a tutti i vigili del fuoco impegnati sul campo. Un incendio probabilmente causato dalla caduta di una pianta sopra le linee dell’alta tensione, incidente dovuto anche in questo caso al vento che voleva, a quanto pare, aprire e chiudere questa incredibile successione di eventi nefasti. Il fuoco, divampato il 24 ottobre formando una nube di fumo spinta dal vento fino a Venezia, sembrava sotto controllo solo due giorni più tardi, quando l’avvicinarsi di una perturbazione pareva poter dare l’aiuto decisivo. Peccato che, tra fuoco e aria, anche l’acqua abbia voluto dire la sua in modo prepotente, monopolizzando la scena fino alla sera del 29 ottobre.

L’incendio delle Pale di San Lucano la sera del 24 ottobre 2018. Foto di Andrea De Nardin, Facebook.

Proprio della pioggia vorremmo occuparci in questo articolo di analisi, concentrandoci sui dati della pluviometria e dei livelli idrografici del torrente Biois, nel bacino idrografico del fiume Piave, per mostrare chiaramente le evidenze che ne derivano circa l’efficacia delle opere di difesa idraulica. In particolare, dopo un riepilogo degli eventi meteorologici tratto dalla relazione ufficiale redatta dall’ARPAV, osserveremo l’effetto della briglia di contenimento costruita lungo il corso del torrente Biois in Comune di Vallada Agordina (BL) sul livello dello stesso torrente monitorato a valle, nel Comune di Cencenighe Agordino (BL).

ARPAV, Relazione post evento 27.10.2018 – 1.11.2018

Nelle primissime ore precipitazioni in prevalenza assenti; intorno all’alba arriva da sud un’ondata di piogge estese e almeno localmente forti. […] Prosegue la tendenza all’estensione delle precipitazioni verso le zone di colli e pianura. I locali minimi mostrano che esse solo occasionalmente risultano scarse, su Veronese e Veneziano nord-orientale. Altrove le pluviometrie sono […] da abbondanti a molto abbondanti sulle zone montane, in diversi casi con quantitativi anche molto elevati e massimi sul Bellunese anche superiori a 200 mm/24h, fino al massimo di 251.6 mm/24h registrato sul Biois a Cencenighe.

Precipitazione totale giornaliera di lunedì 29 ottobre 2018. Fonte: ARPAV.

Le piogge più intense su base oraria sono in diverse stazioni superiori a 30 mm/h, con un massimo a Gares (Canale d’Agordo) di ben 51.4 mm/h: si tratta di valori paragonabili a quelli di forti temporali estivi, anche considerando le scadenze temporali inferiori all’ora. Inoltre a Rovina di Cancia (Borca di Cadore, 91 mm/3h) e soprattutto Sant’Andrea di Gosaldo (115 mm/3h e 204.8 mm/6h) si può parlare di nubifragio. 

Picchi pluviometrici per località e scadenza temporale. Fonte: ARPAV.

Tra la fine del pomeriggio e la serata i fenomeni, spesso a carattere temporalesco, si concentrano su vari settori montani; in pianura si può identificare una successione di tre fasce relativamente ristrette, con piogge localmente anche intense che dapprima interessano il Vicentino, poi dal Veneziano si portano sul Trevigiano, infine interessano il Veneziano nord-orientale. Le precipitazioni si diradano e cessano a partire da ovest nel corso della serata, mentre persistono con fenomeni ancora localmente intensi sul Bellunese, dove si attenuano solo verso fine giornata.

Precipitazioni orarie e cumulate e livello idrometrico registrati a Cencenighe Agordino. Dati: ARPAV. Analisi e rappresentazione: Nicola Genuin.

Nel complesso i quantitativi di pioggia risultano ancora un po’ più rilevanti rispetto al giorno precedente, perché i fenomeni intensi sono più frequenti e in alcuni casi particolarmente forti (anche 30-50 mm in un’ora). Le precipitazioni più consistenti interessano ancora le zone montane, in particolare il Bellunese con valori molto elevati; le differenze maggiori rispetto ai giorni precedenti si notano comunque in pianura dove gli accumuli risultano abbastanza consistenti. Il limite delle nevicate nel corso della giornata sale fino a 2500-2800 m.

Dopo l’attenuazione tra la sera di domenica e la mattinata di lunedì, dalla tarda mattinata torna ad intensificarsi in modo significativo il vento di Scirocco, che anzi raggiunge il suo culmine all’inizio della serata. Esso diventa in tale situazione fortissimo in quota specie sulle Prealpi, ma raggiunge con intensità assai notevoli anche molte località montane a quote più basse, tra cui in particolare alcune valli, dove solitamente l’intensità del vento raramente risulta elevata. Sulle zone costiere il vento diventa almeno localmente forte; i principali rinforzi raggiungono anche buona parte dell’entroterra pianeggiante tanto che anche in questo caso la direzione si dispone da sud-est. A tarda sera si nota una parziale attenuazione del vento un po’ ovunque.

Rappresentazione e analisi dei dati

Livello idrometrico dei torrenti Cordevole e Biois in diverse località. Dati: ARPAV. Analisi e rappresentazione: Nicola Genuin.

Il grafico rappresenta l’andamento del livello idrometrico (in parole povere, l’altezza dell’acqua dal letto del torrente) dei due principali corsi d’acqua dell’Agordino, il Cordevole e il Biois. Quest’ultimo raggiunse il suo massimo a Cencenighe poco prima delle ore 20, con il valore significativo di 2.62 m misurato dalla strumentazione posta sulla briglia visibile dal ponte presso la piazza del paese.

La strumentazione della stazione di rilevamento sul torrente Biois a Cencenighe, con indicazione del livello dello stesso nel momento di piena. Fonte: Nicola Genuin.

Si noti che la piena sopraggiunse in modo piuttosto repentino, con un innalzamento di circa 1 metro in una sola ora. Questa onda, probabilmente attribuibile al cedimento di qualche ostruzione del corso d’acqua (dovuta a sedimenti e legname trasportato) formatasi più a monte, si può chiaramente osservare anche nei dati registrati presso la briglia posta nel Comune di Vallada (in corrispondenza dell’imbocco a monte della galleria delle Anime, sulla SP346), opera che ha sicuramente dato un contributo positivo agli esiti dell’evento sul territorio di Cencenighe.

La briglia di contenimento a fessura realizzata sul corso del torrente Biois a monte dell’abitato di Cencenighe, nel Comune di Vallada, con indicazione del livello idrometrico nei momenti significativi della giornata di lunedì 29 ottobre 2018. Fonte: Nicola Genuin.

In corrispondenza della briglia un primo significativo innalzamento pari a circa 3 metri è stato osservato fra le 13 e le 16, ma l’opera di difesa idraulica ha svolto il suo compito rallentando e mitigando di molto gli effetti osservabili a Cencenighe; a questo punto però lo sbocco della briglia, ovvero lo strozzamento appositamente realizzato per rallentare l’acqua proveniente da monte e consentire il deposito dei detriti più grossolani, risultava saturo, con l’acqua a sfiorare sulla soglia superiore della costruzione. Di conseguenza, la seconda onda, sopraggiunta tra le 19 e le 20 (6.76 m), si trasmise fino all’abitato di Cencenighe e oltre, pur depositando ancora grandi quantità di materiale presso la briglia di Vallada, che anche in queste condizioni esercita una buona influenza sia sul flusso idrico che sul trasporto solido.

Per contro, si può notare dal grafico proposto sopra come le misurazioni effettuate sul torrente Cordevole a Saviner (Rocca Pietore), ben a monte della confluenza con il Biois a Cencenighe, riportino un andamento più regolare, seppure anche in questo caso con un marcato incremento nel pomeriggio di lunedì 29, dovuto alle intense precipitazioni della giornata.

Infine, la linea gialla rappresenta il livello del Cordevole a Ponte Mas, dove l’ultima misurazione risale alle ore 21:30 (13,27 m): da quell’ora non si hanno più dati, “per asportazione dello strumento a seguito dell’onda che ha sommerso il ponte stradale” (ARPAV, Relazione evento) sul quale era installato. 

Si consideri che non esiste correlazione diretta tra i dati pluviometrici e il livello idrografico di un corso d’acqua misurati nella medesima località, in quanto il secondo è funzione delle precipitazioni distribuite su tutto il bacino idrografico a monte della località di osservazione. Tenuto conto del carattere della perturbazione, nonché della ridotta estensione del bacino idrografico del torrente Biois a monte di Cencenighe Agordino, in questo caso l’unione delle due osservazioni strumentali nella medesima località da comunque un’idea approssimativamente attendibile dei fenomeni analizzati. 

Tutti i dati utilizzati per questa analisi sono stati tratti dalla Relazione post evento 27.10.2018 – 1.11.2018 redatta dall’ARPAV e dal sito del medesimo ente. 

I grafici sono stati estrapolati direttamente dai dati grezzi.

Foto di Markus Distelrath da Pixabay 


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