Flash Mob nella pubblicità
Flash mob nella pubblicità
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il 22 dicembre
Marketing Non-convenzionale
Flash mob nella pubblicità. Marketing non-convenzionale: risuona all’orecchio un’eco che viene dal lessico militare, “armi non-convenzionali”, cioè non le armi tradizionali ma quelle più nuove, quelle che richiedono modalità organizzative diverse e che sono all’origine di un nuovo modus operandi.
All’inizio del XXI secolo sono entrate nel lessico della pubblicità nuove parole di sempre maggior successo: viral marketing, guerrilla, tribal marketing , … e molte altre, tante quante la fantasia degli professionisti creativi del marketing suggerisce. Sono parole ormai attentamente studiate in ambito accademico, oggetto di intere tesi di laurea
I guru americani dicono che “viral marketing” è una tecnica che coinvolge il pubblico facendone un propagatore, anche involontario, di un messaggio promozionale.
“Guerrilla” (esplicito il legame col lessico militare) è parola sempre più popolare: significa una tecnica che richiede altissima fantasia perché la sfida è di costruire un messaggio pubblicitario efficacissimo con un budget molto limitato. Famosa la “guerrilla” di McDonalds versus Burger King.
Il “Tribal marketing” mira a creare una comunità collegata al prodotto o servizio che si intende promuovere: la pubblicità di Apple ne è un esempio.
Perché queste forme di marketing si sono sviluppate così velocemente? L’opinione comune è che il marketing tradizionale abbia perso forza di persuasione per la sua massiccia e invasiva presenza. Il marketing non convenzionale dunque è l’insieme delle strategie, di cui sopra abbiamo dato qualche esempio, Con marketing non convenzionale si intende un insieme di strategie d’uso di tecniche di comunicazione “innovative” per presentare i prodotti al pubblico in modo “alternativo”. Ebbene
Il flash mob nella pubblicità è una di queste tecniche di marketing non-convenzionale.
Vi presentiamo ora due esempi di flash mob nella pubblicità Quello di T-Mobile del 2009 che è ritenuto forse il capostipite di questo tipo di flash mob, e quello della birra Carlsberg del 2011 che è molto divertente e suggerisce qualcosa anche sulle ascendenze cioè sulle origine, del flash mob.
Colpire al cuore
Un esempio emblematico di flash mob che ha segnato un punto di svolta nel marketing è stato quello organizzato da T-Mobile nel 2009, alla Liverpool Street Station di Londra.
L’evento, mirato a promuovere la campagna Life’s for Sharing, ha visto la partecipazione di centinaia di persone che hanno iniziato a danzare improvvisamente, creando un’atmosfera elettrizzante.
T. Mobile
Questo flash mob ha non solo generato un’impressionante visibilità attraverso i media tradizionali e social, ma ha anche incrementato significativamente il coinvolgimento del pubblico con il marchio, dimostrando l’efficacia di queste azioni promozionali nel creare connessioni emotive con il pubblico stesso..
L’apparenza inganna
Altro caso di successo è stato il flash mob organizzato da Carlsberg nel 2011 in Belgio.
In un cinema, 148 brutti ceffi- saranno anche “bikers”, ma l’aspetto è da avanzo di galera – hanno occupato quasi tutti i posti, lasciando solo due posti liberi qua e là in mezzo a loro. Inutile dire che, man mano che entrano, i più sono sconcertati e sono anche un po’ impauriti. Ma qualcuno coraggioso c’è. perciò, messo fine al flash mob, i coraggiosi che si sono seduti in mezzo a quella che sembrava una marmaglia sono stati molto applauditi e festeggiati con birra Carlsberg. per il coraggio, per la capacità di non giudicare dalle apparenze.
Coraggio e audacia sono attributi di cui il marchio si fregia. Inutile dire che il post ha avuto un grande successo per la sua originalità.
Carlsberg 2011
candid camera
Guardarlo però mi ha ricordato le clip di un regista italiano, Nanny Loy, autore di uno spettacolo televisivo degli anni Sessanta, “Specchio segreto“. Ebbene il meccanismo alla base è lo stesso. Certo Nanni Loy non faceva pubblicità a nessuno, ma il meccanismo comico è lo stesso: quali reazioni può avere una persona qualunque, quando vede qualcosa di inusuale? C’è chi si diverte, e chi – più frequentemente – si infastidisce, si secca, in qualche caso s’infuria. Una delle scene più ricordate – e che trovate ancora su Raiplay e su YouTube – è quella della “zuppetta”: uno sconosciuto al banco di un bar fa zuppetta con la sua brioche nel caffè altrui!
Guerrilla Marketing
Il flash mob pubblicitario si basa sul principio che regge anche un altro strumento non-convenzionale, Guerrilla Marketing.
Ecco cos’è con le parole e lo stile di uno dei “guerrilleros”, cioè di chi lavora in un’agenzia pubblicitaria.
«Salve, iniziamo subito con una domanda da 10.000 dollari (ad avecceli):
Che cos’è il Guerrilla Marketing?
Chi ha risposto pensando ad una campagna di advertising fatta di trincee e soldatini, beh diciamo che forse non è proprio sulla strada giusta…
Ma noi di Nagency siamo qui per questo!! TA-TA-RA-TAA! (musica da supereroe).
(…) Data la grande mole di contenuti e questo mondo in continua evoluzione, le aziende sono costrette a trovare nuovi modi per catturare l’attenzione del pubblico e distinguersi dalla concorrenza.
Qui arriva il nostro Guerrilla Marketing, un’arma potente che consente a chi comunica di ottenere risultati sorprendenti con risorse “limitate”.
Cioè ?
Citando una definizione presa dal famoso giornale online Inside Marketing:
“Il Guerrilla Marketing è una forma di marketing non convenzionale che sfrutta strumenti low-cost per massimizzare i risultati…”
Potremmo sintetizzarlo con la massima: minimo sforzo, massimo risultato. Ma in realtà c’è molto di più.
Il focus, e il punto chiave, per la riuscita di una strategia di Guerrilla Marketing sta nell’individuare e strutturare un insieme di modi non convenzionali (e quindi originali) per raggiungere obiettivi tradizionali (comuni a tutte le strategie)». Vi siete fatti un’idea? Lo stile non è quello di una tesi! Un esempio di campagna “guerrigliera”?
Share a Coke
«Qualche anno fa, Coca-Cola ha lanciato una campagna di Guerrilla Marketing chiamata “Share a Coke” in cui hanno personalizzato le lattine e non solo, con nomi popolari e comuni.
Questa campagna ha generato un grande interesse e coinvolgimento del pubblico, poiché le persone cercavano i nomi dei loro amici e familiari e condividevano le foto sui social».
*Il testo è di Luca di Spirito, il suo testo integrale è sul web.
Non dimenticate l’appuntamento
di domenica 22 dicembre.
È natale! Che ne dite di
un flash mob natalizio?
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