Collegamenti interdisciplinari

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Rubrica del weekend studio ti studio – Episodio 9

Inutile negarlo, non vedevamo l’ora di arrivare a questo episodio della Rubrica, che riassume in estrema sintesi uno dei pilastri principali del pensiero che DeltaScience Tutoring si impegna a trasmettere a tutti voi. Numerose volte vi abbiamo parlato della necessità di collegare l’apprendimento agli interessi personali e alle esperienze della vita di tutti i giorni, attribuendo così una sorta di spazio reale alle nuove conoscenze anziché gettarle in modo più o meno ordinato nei magazzini polverosi della memoria.

“Al giorno d’oggi, ci sono molte scuole che seguono ancora i metodi convenzionali di insegnamento agli studenti nelle loro classi. L’enfasi si basa sulla memorizzazione dei fatti e sull’apprendimento meccanico. C’è poca applicazione della conoscenza da parte degli studenti e l’insegnamento avviene attraverso istruzioni dirette e metodi di lezione con poca o nessuna attenzione allo sviluppo sociale ed emotivo. Di conseguenza, gli studenti non apprezzano il processo di apprendimento.” (Agarwal, 2019)

E soprattutto, come evidenzia Anna Maria Ajello – docente di psicologia dell’educazione presso la Facoltà di Psicologia 2 dell’Università di Roma “La Sapienza 2” – nel suo testo Apprendimento e competenza: un nodo attuale: “La nozione di apprendimento a cui si può far riferimento, se pensiamo alla competenza, si caratterizza come esito di attività autentiche a cui il soggetto prende parte e di cui riconosce a pieno il significato, e non come esito di apposita memorizzazione. La sua fondamentale caratteristica è il diretto coinvolgimento dell’individuo e il suo prendere parte attiva, tanto da imparare con tutti i cinque sensi e non soltanto mediante l’ascolto e lo studio solitario.”
Stiamo parlando, per certi versi, di quello che nel campo della pedagogia viene definito apprendimento contestuale (in inglese contextual learning), un concetto basato su una teoria costruttivista dell’insegnamento e dell’apprendimento, secondo cui l’apprendimento vero prende forma quando l’insegnante è in grado di presentare le nozioni da imparare in modo tale che gli studenti possano costruirne un significato comprensibile in base alle proprie esperienze e conoscenze pregresse. Se questo collegamento basilare viene a mancare, l’apprendimento potrebbe presto mutare in una freddo esercizio di memorizzazione forzata di informazioni, con gli scarsi risultati a breve termine che abbiamo già visto nell’articolo La curva dell’oblio

Se i collegamenti con le nostre esperienze e conoscenze pregresse possono aiutarci a comprendere appieno un nuovo concetto, c’è anche un altro tipo di collegamento che può aiutare non poco nella creazione di un’idea organica dei concetti. In molti casi, questa tecnica viene proposta nel contesto della memorizzazione, in quanto facilita il deposito di informazioni nella memoria a breve termine, ma la capacità di creare collegamenti in maniera autonoma anche tra i singoli concetti astratti è una facoltà da allenare e sfruttare appieno anche nel momento dell’apprendimento e del richiamo, allo scopo di fissare in testa le informazioni in modo strutturato e quindi duraturo

Immagina di poter collegare un concetto A ad una tua esperienza di vita X, e un concetto B ad un’altra esperienza Y. Ora, sicuramente le esperienze X e Y, per quanto possano essere distanti nel tempo o diverse nel contenuto, fanno in ogni caso parte del tuo vissuto, sono fonte e custode di informazioni che ti sono utili nella vita di tutti i giorni, e se le hai utilizzate per comprendere dei nuovi concetti saranno senza dubbio esperienze fondamentali, delle quali difficilmente ti dimenticherai a breve. A questo punto, se sarai in grado di collegare anche i nuovi concetti A e B tra di loro il gioco sarà fatto, e il cerchio di collegamenti sarà chiuso e pressoché impossibile da far svanire in poco tempo! Sembra un gioco o una sorta di magia strana, ma è esattamente questo uno dei metodi più infallibili per aggiungere nuove informazioni e fissarle in maniera forte – non nella nostra memoria ma – nel nostro bagaglio di conoscenze e competenze. 

Per concludere, vorremmo lasciare un piccolo esempio di collegamento intelligente che potrebbe fare uno studente delle scuole superiori. Come ben sappiamo, le lezioni di storia e di letteratura sono spesso (ma non sempre) tenute da docenti diversi in lezioni, per forza di cose, diverse; in ogni caso, ammesso anche che il docente possa essere lo stesso, è rarissimo che le due materie vengano impartite nello stesso momento come un unicum. Da una parte la storia, con le sue guerre, sovrani, governi, rivolte e qualche panoramica sull’economia dell’epoca in questione e a volte qualche accenno al contesto culturale, in cui vengono citati i principali dotti e nomi noti del tempo. Dall’altra la letteratura, con autori, opere, biografie, e qualche velocissimo accenno al contesto storico, che molte volte – specie per gli autori minori o per opere che non necessitano di un particolare inquadramento cronologico – sono ridotti a tre misere date: nascita e morte dell’autore, data di pubblicazione o realizzazione dell’opera. Ma… nessuno si è mai chiesto cosa stava succedendo nel mondo mentre Tizio stava scrivendo una certa opera? Cosa ha vissuto in prima persona? Credo che in molti possano rendersi conto, a questo punto, di aver sempre visto gli autori del passato come figure senza tempo, una sorta di marionetta con la penna in mano persa in qualche momento non definito nei secoli scorsi, chiusa entro quattro mura fuori dalle quali tutto è bianco, neutro e fermo. Ebbene, ovviamente non è così. Mentre Shakespeare era in vita, e più precisamente tra la stesura dell’Amleto e dell’Otello, la sovrana d’Inghilterra e d’Irlanda Elisabetta I veniva a mancare e il figlio Giacomo VI, al tempo re di Scozia, ereditava la corona, unendo sotto di essa per la prima volta tutte le isole britanniche e prendendo il nome di Giacomo I d’Inghilterra. Visto quante informazioni di due materie distinte abbiamo condensato in un’unica frase? Puoi ricordare anche qualcos’altro: Shakespeare morì troppo presto, nel 1622, per vivere l’esperienza del Commonwealth con a capo Oliver Cromwell, che iniziò soltanto nel 1649… chissà cosa ne avrebbe pensato!

FONTI

Agarwal, P. (2019). Importance of contextual learning and benefits to learners. JBCN International School. Pubblicato a gennaio 2019, consultato il 19 novembre 2021, URL: https://www.jbcnschool.edu.in/blog/importance-of-contextual-learning/

Ajello, A.M. (s.d.). Apprendimento e competenza: un nodo attuale. Educazione&Scuola. Consultato il 19 novembre 2021, URL: http://www.edscuola.it/archivio/antologia/scuolacitta/ajello.pdf

Contextual Teaching and Learning: What is it? (s.d.) Purdue University. Consultato il 19 novembre 2021, URL https://www.asec.purdue.edu/lct/hbcu/documents/ContextualTeachingandLearning.pdf

Imel, S. (2000). Contextual Learning in Adult Education. Practice Application Brief No. 12. ERIC Clearinghouse on Adult, Career, and Vocational Education, Columbus, OH. Consultato il 19 novembre 2021, URL: https://files.eric.ed.gov/fulltext/ED448304.pdf

What is Contextual Learning? (s.d.). Center for Occupational Research and Development (CORD) online. Consultato il 19 novembre 2021, URL: http://cordonline.net/CTLtoolkit/downloads/What%20Is%20Contextual%20Learning.pdf

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