Studio e attività fisica: un’accopiata vincente

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Rubrica del weekend studio ti studio – Episodio 10

Parlo per esperienza personale, fare attività fisica ci aiuta a studiare. Alle superiori la mia vita era molto più organizzata: scuola, allenamento, studiare, dormire. Chi mi conosce sa che orari facevo e sa che tornavo a casa dopo le 18:00 con ancora tutti i compiti da fare. Però non mi è mai pesato, proprio per il fatto che tornata da allenamento, la mia mente si era liberata completamente ed era pronta per imparare. Ero talmente abituata a questo ritmo che quando finiva la stagione, e c’era il famoso mese di riposo, i miei voti scolastici subivano un calo. Questo perché pensavo di studiare di più e meglio ma, in realtà, passavo buona parte del pomeriggio a fissare il libro e a perdere tempo.  

Ovviamente non sono solo io a dire che fare attività fisica ci aiuta. John Ratey, professore di psichiatria alla Harvard Medical School, esamina come l’esercizio fisico contribuisca a migliorare la funzione cerebrale. Non solo Ratey discute di come l’esercizio fisico migliori l’apprendimento, ma anche di come riduca lo stress, combatta l’ansia e la dipendenza. In quest’articolo ci soffermeremo, però, solo sulla parte che riguarda il miglioramento dei risultati scolastici. Come detto in precedenza, ho provato da sola i benefici dello studio dopo l’attività fisica, ma non sapevo dare una spiegazione scientifica sul perché tutto andasse così bene. E qui entra in gioco Ratey che ci spiega che la vera ragione per cui ci sentiamo così quando facciamo sport, è che rende il cervello funzionale al suo meglio e questo beneficio dell’attività fisica sul cervello, è molto più importante di quello che fa per il corpo. Lo studio afferma che quando gli studenti fanno attività fisica, poi sono più disposti ad imparare nelle lezioni in quanto i loro sensi sono intensificati, la loro concentrazione e il loro umore sono migliorati, sono meno irrequieti e tesi e si sentono più motivati e rinvigoriti. Ma questo vale anche per altri contesti che non riguardano solo lo studio. Quindi, oltre a migliorare il nostro stato d’animo, l’esercizio fisico influenza l’apprendimento direttamente migliorando il potenziale del cervello di accedere ed elaborare nuove informazioni di qualsiasi ambito. Inoltre, il cervello è flessibile, o plastico come noto nel linguaggio dei neuroscienziati. È un organo adattabile che può essere modellato da input più o meno allo stesso modo in cui un muscolo può essere scolpito sollevando bilancieri. Più lo si utilizza, più diventa forte e flessibile.

Come affermato anche da Cotman, fra le caratteristiche principali dell’esercizio fisico troviamo un miglioramento del tasso di apprendimento. Infatti, secondo lo studioso, se si è in forma, si è in grado di imparare e funzionare in modo più efficiente. Però non si può imparare mentre ci si allena ad alta intensità in quanto il sangue viene deviato lontano dalla corteccia prefrontale (parte anteriore del lobo prefrontale del cervello) e questo ostacola la nostra funzione esecutiva. Tuttavia, il flusso sanguigno si sposta indietro quasi immediatamente dopo l’allenamento finale, e questo è il momento perfetto per concentrarsi su un progetto che richiede un’analisi complessa. Quindi, se si ha in programma un’importante sessione di studio, fare una corsa breve e intensa durante l’ora di pranzo può essere un’idea intelligente. È quindi possibile constatare che l’esercizio fisico migliora l’apprendimento su tre livelli: in primo luogo, ottimizza la nostra mentalità per migliorare la vigilanza, l’attenzione e la motivazione; in secondo luogo, prepara e incoraggia le cellule nervose a legarsi l’una all’altra, che è la base cellulare per la registrazione di nuove informazioni; e in terzo luogo, stimola lo sviluppo di nuove cellule nervose dalle cellule staminali (cellule primitive che possono trasformarsi in altri tipi di cellule) nell’ippocampo (parte del cervello situata nella regione interna del lobo temporale). Purtroppo, però, la ricerca su quale sia il migliore piano di esercizi per stimolare al meglio il nostro cervello non è ancora stata approfondita. Al momento solo uno studio giapponese, citato da Ratey, ha provato a creare un piano di esercizi e ha scoperto che fare jogging per trenta minuti solo due o tre volte a settimana per dodici settimane aiuta a migliorare la funzione esecutiva. Inoltre è importante mescolare qualche forma di attività che richiede anche una coordinazione più complessa. L’esercizio aerobico e l’attività complessa hanno diversi effetti benefici sul cervello. La buona notizia è che sono complementari. Quindi la scelta migliore è quella di orientarsi su uno sport che metta contemporaneamente sotto pressione sia il sistema cardiovascolare che il cervello. 

Abbiamo quindi visto quanto fare attività fisica possa esserci d’aiuto durante le nostre sessioni di studio, quindi ora sta a voi e fare un po’ di esercizio fisico prima di mettervi sui libri!

FONTI

Rathey, J. (2008). The revolutionary new science of exercise and the brain. Hachette Book Group, New York. Consultato il 01 dicembre 2021. 

Cotman, C. W., Engesser-Cesar, C. (2002), Exercise Enhances and Protects Brain Function, Exercise and Sport Sciences Reviews, Volume 30 – Issue 2 – pg. 75-79. Consultato il 01 dicembre 2021, URL: https://journals.lww.com/acsm-essr/Fulltext/2002/04000/Exercise_Enhances_and_Protects_Brain_Function.6.aspx.?casa_token=i18ypXt6AdQAAAAA:Hh5TVPy6MaLTb6dDDSlsFULj4YLBRFbxVTad4WCUBfx-Dpn1BT3A8K23YFR0mJA4BlT-c5gqft9dch1xobETyj2dbuY

Credits: Photo by ViDIstudio da Freepik

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