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Riqualificazione acustica di uno spazio teatrale: il caso del centro culturale ExFadda di San Vito dei Normanni

Giulia Capozza

Sono Giulia Capozza e mi sono laureata in Ingegneria Edile – Architettura presso il Politecnico di Bari con una tesi dal titolo “Riqualificazione acustica di uno spazio teatrale: il caso del centro culturale ExFadda di San Vito dei Normanni” nell’anno accademico 2019/2020, in collaborazione con la start-up Hackustica.

Mi affascina tutto ciò che c’è oltre l’apparente, nel caso particolare l’acustica dei luoghi viene data per scontata da chi li frequenta, ma in realtà l’attenzione ad essa è determinante per garantire la piena funzionalità e il comfort uditivo dell’ambiente. Oltre a ciò, tra le mie passioni vi è il teatro, avendo frequentato corsi teatrali per circa un paio d’anni; quindi, con questa tesi ho cercato di valorizzare l’importanza del teatro e dei centri culturali in generale, studiandone le caratteristiche da un punto di vista tecnico e ottimizzandone la fruizione per il pubblico. Scienza, arte e comunicazione sono gli interessi per cui cerco di formarmi e migliorare ogni giorno.

Perché investire tempo, risorse umane e mezzi economici per creare uno spazio a scopi artistici e socioculturali in un piccolo paese? D’altronde si tratta solo di un mezzo d’intrattenimento per poche persone, è davvero così importante?

I piccoli paesi sono spesso lasciati ai margini delle iniziative artistiche e sociali, costringendo i propri abitanti a spostarsi periodicamente o definitivamente, in quanto catturati e trascinati da eventi di città maggiori, che, con più spazi a disposizione, diventano sempre più attrattive.

Questo fenomeno, insieme ad altri fattori determinanti di natura occupazionale, contribuisce a rendere i piccoli comuni, soprattutto quelli dell’entroterra, sempre più desolati e isolati, carenti in particolare della popolazione giovanile.

L’arte, infatti, che sia teatro, musica, cinema o qualsiasi altra forma esistente, non è solo puro intrattenimento, ma un bisogno di espressione e comunicazione per chi la produce e spunto di riflessione o d’emozione per chi ne usufruisce, generando un comune terreno di condivisione emotiva.

Per questo, i luoghi dedicati all’arte diventano aggregatori sociali e conseguentemente poli attrattivi, dando nuova vita alle comunità in cui nascono. Così, non solo gli abitanti dei paesi che li accolgono hanno la possibilità di usufruire di servizi socioculturali ‘a chilometro zero’, ma anche un pubblico proveniente da altre zone geografiche viene coinvolto dalle iniziative proposte.

Come fare, quindi, per creare questi luoghi?

Una possibile risposta sta nel reinventare, ovvero sfruttare le risorse già esistenti per poter generare elementi nuovi, evitando ulteriore impermeabilizzazione di suolo. Spesso, infatti, vi sono antichi edifici ormai in disuso e abbandonati che non adempiono più alla funzione per la quale erano stati progettati. La riprogettazione per una differente destinazione d’uso può garantire a questi spazi una rinascita. In questo modo l’esigenza della presenza di un polo artistico e culturale e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico del paese s’incontrano in modo sostenibile in un unico progetto per la comunità.

In un ambiente confinato, affinché ci sia un’adeguata fruizione di eventi quali esibizioni teatrali, concerti musicali o proiezioni cinematografiche, è necessario strutturare un opportuno progetto acustico, che tenga conto di forma, proporzioni e materiali, per consentire al pubblico di godere appieno dell’esperienza offerta. L’elemento sonoro è, infatti, in questi casi una delle componenti principali dell’evento culturale, se non addirittura la più importante; quindi, la sua qualità diventa determinante per una percezione a tutto tondo dell’espressione artistica.

Di qui nasce il presente lavoro di tesi, il quale, dopo aver descritto il campo sonoro in ambiente chiuso e i parametri di qualità acustica convenzionalmente impiegati per l’analisi e il progetto di una sala, procede a una disamina delle tecniche di simulazione acustica per poi concentrarsi sull’applicazione della riqualificazione acustica a un caso studio reale: una delle sale del centro culturale ExFadda nato a San Vito dei Normanni, piccolo comune della provincia di Brindisi in Puglia.

Dunque, in seguito a studi precedentemente svolti sia sullo spazio che sui materiali da impiegare per la riprogettazione, verranno esaminate diverse proposte progettuali che possano garantire l’adeguato utilizzo del luogo per i fini suddetti.

Vi ringrazio per la vostra attenzione! Potete contattarmi all’indirizzo gi************@gm***.com
A presto!

Sono Giulia Capozza e mi sono laureata in Ingegneria Edile – Architettura presso il Politecnico di Bari con una tesi dal titolo “Riqualificazione acustica di uno spazio teatrale: il caso del centro culturale ExFadda di San Vito dei Normanni” nell’anno accademico 2019/2020, in collaborazione con la start-up Hackustica.

Mi affascina tutto ciò che c’è oltre l’apparente, nel caso particolare l’acustica dei luoghi viene data per scontata da chi li frequenta, ma in realtà l’attenzione ad essa è determinante per garantire la piena funzionalità e il comfort uditivo dell’ambiente. Oltre a ciò, tra le mie passioni vi è il teatro, avendo frequentato corsi teatrali per circa un paio d’anni; quindi, con questa tesi ho cercato di valorizzare l’importanza del teatro e dei centri culturali in generale, studiandone le caratteristiche da un punto di vista tecnico e ottimizzandone la fruizione per il pubblico. Scienza, arte e comunicazione sono gli interessi per cui cerco di formarmi e migliorare ogni giorno.

Perché investire tempo, risorse umane e mezzi economici per creare uno spazio a scopi artistici e socioculturali in un piccolo paese? D’altronde si tratta solo di un mezzo d’intrattenimento per poche persone, è davvero così importante?

I piccoli paesi sono spesso lasciati ai margini delle iniziative artistiche e sociali, costringendo i propri abitanti a spostarsi periodicamente o definitivamente, in quanto catturati e trascinati da eventi di città maggiori, che, con più spazi a disposizione, diventano sempre più attrattive.

Questo fenomeno, insieme ad altri fattori determinanti di natura occupazionale, contribuisce a rendere i piccoli comuni, soprattutto quelli dell’entroterra, sempre più desolati e isolati, carenti in particolare della popolazione giovanile.

L’arte, infatti, che sia teatro, musica, cinema o qualsiasi altra forma esistente, non è solo puro intrattenimento, ma un bisogno di espressione e comunicazione per chi la produce e spunto di riflessione o d’emozione per chi ne usufruisce, generando un comune terreno di condivisione emotiva.

Per questo, i luoghi dedicati all’arte diventano aggregatori sociali e conseguentemente poli attrattivi, dando nuova vita alle comunità in cui nascono. Così, non solo gli abitanti dei paesi che li accolgono hanno la possibilità di usufruire di servizi socioculturali ‘a chilometro zero’, ma anche un pubblico proveniente da altre zone geografiche viene coinvolto dalle iniziative proposte.

Come fare, quindi, per creare questi luoghi?

Una possibile risposta sta nel reinventare, ovvero sfruttare le risorse già esistenti per poter generare elementi nuovi, evitando ulteriore impermeabilizzazione di suolo. Spesso, infatti, vi sono antichi edifici ormai in disuso e abbandonati che non adempiono più alla funzione per la quale erano stati progettati. La riprogettazione per una differente destinazione d’uso può garantire a questi spazi una rinascita. In questo modo l’esigenza della presenza di un polo artistico e culturale e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico del paese s’incontrano in modo sostenibile in un unico progetto per la comunità.

In un ambiente confinato, affinché ci sia un’adeguata fruizione di eventi quali esibizioni teatrali, concerti musicali o proiezioni cinematografiche, è necessario strutturare un opportuno progetto acustico, che tenga conto di forma, proporzioni e materiali, per consentire al pubblico di godere appieno dell’esperienza offerta. L’elemento sonoro è, infatti, in questi casi una delle componenti principali dell’evento culturale, se non addirittura la più importante; quindi, la sua qualità diventa determinante per una percezione a tutto tondo dell’espressione artistica.

Di qui nasce il presente lavoro di tesi, il quale, dopo aver descritto il campo sonoro in ambiente chiuso e i parametri di qualità acustica convenzionalmente impiegati per l’analisi e il progetto di una sala, procede a una disamina delle tecniche di simulazione acustica per poi concentrarsi sull’applicazione della riqualificazione acustica a un caso studio reale: una delle sale del centro culturale ExFadda nato a San Vito dei Normanni, piccolo comune della provincia di Brindisi in Puglia.

Dunque, in seguito a studi precedentemente svolti sia sullo spazio che sui materiali da impiegare per la riprogettazione, verranno esaminate diverse proposte progettuali che possano garantire l’adeguato utilizzo del luogo per i fini suddetti.

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A presto!

Credits: Photo by Kevin Schmid on Unsplash


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